FERITE A RISCHIO INFEZIONE

Nello svolgere la professione di farmacista, ci sarà capitato innumerevoli volte che persone, al banco, chiedessero consiglio per aiutarle a gestire una ferita, di entità lieve o importante.
La ferita è una lesione dello strato superficiale della pelle, a volte, con perdita di sangue, per cui si ha perdita della funzione protettiva della cute.
Le ferite vengono distinte sia sulla base del periodo di insorgenza e guarigione, sia sulla base dei fattori esterni che le hanno causate.
Le ferite acute sono lesioni a comparsa improvvisa, come ustioni, ferite chirurgiche, ferite traumatiche dovute a d incidenti.
Per questo tipo di ferite il processo fisiologico di guarigione dura dalle due alle
quattro settimane.
Le ferite croniche non sono causate da agenti esterni, ma sono dovute ad una malattia preesistente come l’insufficienza venosa, il diabete o un’immobilizzazione prolungata, a cui corrispondono rispettivamente, lesioni degli arti inferiori, lesioni del piede diabetico o piaghe da decubito.
Le ferite croniche hanno tempi di guarigione molto lunghi, che possono arrivare fino a sette mesi.
Inoltre, esistono, a seconda della modalità in cui l’agente esterno le causa:
le ferite da abrasione, lesione superficiale causata da trauma che colpisce di striscio la cute, senza fuoriuscita di sangue;
le escoriazioni, lesione superficiale della pelle con fuoriuscita di sangue;
le ferite da punta, provocate da oggetti appuntiti;
le ferite da taglio, provocate da oggetti taglienti con bordi regolari;
le ferite lacero-contuse, provocate quando viene strappata la pelle e il tessuto sottostante, possono essere gravi se interessano organi vitali;
ferite da taglio profondo, dovute ad un oggetto affilato come una lama che penetra nella pelle e nel tessuto sottostante ad una certa profondità, questo tipo di ferita richiede l’uso di punti di sutura.
ferite chirurgiche, dovute ad interventi chirurgici.
ferite da puntura, causate da morso di animale, come una vipera.
Perché e come le ferite possono infettarsi?
È utile ricordare che anche le ferite più piccole e innocue possono infettarsi, per la presenza di batteri sulla pelle o nell’ambiente circostante, per cui se penetrano nella pelle, le ferite si infettano.
Per questo occorre usare una serie di accorgimenti per diminuire al minimo i fattori di rischio che possono causare l’infezione, tra questi:
ü cattiva igiene, mancanza di pulizia e cura del taglio;
ü contaminazione, se la ferita viene in contatto con oggetti o superfici sporchi;
ü sistema immunitario compromesso, ad esempio nel caso di malattie croniche, come il diabete o la malattia vascolare periferica o per l’uso di farmaci immunosoppressori, per cui il corpo ha difficoltà a combattere l’infezione.
Come si presenta una ferita infetta?
È importante notare nella ferita alcuni segni e sintomi che denotano che la ferita è già infetta, prima di tutto l’infiammazione, per cui la zona intorno alla ferita può risultare arrossata, gonfia e calda al tatto, oltre al dolore sia a riposo che in movimento, talvolta, anche prurito.
Se l’infezione è in fase avanzata, per cui l’infezione è sistemica, si presenta: febbre, con temperatura corporea oltre 38°;
presenza di pus, per cui l’essudato ha un aspetto torbido ed un odore sgradevole;
nausea e diarrea nei casi più gravi, in questi casi il medico può prescrivere la somministrazione di antibiotici per via orale o iniettiva.
Come trattare una ferita infetta?
È consigliabile prima di tutto detergere la ferita con acqua fisiologica o acqua corrente per rimuovere il materiale estraneo e il pus. Per la disinfezione è utile usare perossido di idrogeno (acqua ossigenata), che ha anche potere astringente (blocca il sanguinamento), o Clorexidina al 2% o una tintura di iodio al 10% o una soluzione di Iodopovidone al 10%, poi si applica una pomata antibiotica e si isola la ferita con una garza sterile o un cerotto.
Sostituire e ripetere la medicazione ogni giorno.
Monitorare il proprio stato di salute rispetto ai sintomi sopra elencati, per capire se l’infezione evolve verso la guarigione.
Occorre ricordare che ferite molto profonde e sporche sono ad alto rischio di infezione tetanica, causata dal batterio Clostridium tetani, per questo persone mai vaccinate (che hanno non ricevuto le 3 dosi di vaccino o meno di 3) o se lo stato vaccinale è dubbio o sconosciuto, dovrebbero ricevere una somministrazione di vaccino antitetanico il prima possibile o entro le 72 ore dal trauma. Se l ‘ultima dose di vaccino antitetano è stata ricevuta meno di 5 anni prima, non occorre la somministrazione né del vaccino né della tossina antitetanica, se l’ultima dose di vaccino è stata somministrata tra i 5 e i 10 anni, occorre somministrare il vaccino, se l’ultima dose è stata ricevuta più di 10 anni prima, occorre somministrare una dose di vaccino adatto all’età e di antitossina nel caso di sintomi gravi o se siano passate più di 24 ore dal trauma.
Lascia una tua opinione Cancel Reply