Fattore di protezione solare

FATTORE DI PROTEZIONE SOLARE (SPF): GUIDA ALLA SCELTA E ALL’USO
Con l’arrivo dell’estate, aumenta l’esposizione alle radiazioni solari, soprattutto durante le vacanze al mare.
E’ indispensabile portare con sé un prodotto che contenga un fattore di protezione che possa schermare la nostra pelle dai raggi solari.
La scelta di questo prodotto deve avvenire non solo considerando le esigenze e i bisogni della nostra pelle, come il fototipo e la sensibilità, ma anche le caratteristiche del prodotto che deve proteggere efficacemente la nostra pelle.
Cos’è il Fattore di Protezione Solare?
Il Fattore di Protezione Solare SPF è un indicatore dell’efficacia di un filtro solare.
L’SPF corrisponde al livello di protezione dai raggi UVB e UVA del sole.
La maggior parte dei raggi solari che raggiunge la terra rientra nello spettro UVA, (circa il 96%) con lunghezza d’onda 320-400nm, mentre gli UVB rappresentano solo il 4% con una lunghezza d’onda 280-320nm.
L’energia dei raggi è inversamente proporzionale alla loro lunghezza d’onda; quindi, più è ampia la lunghezza d’onda, minore è l’energia della radiazione.
La capacità di penetrare la pelle è direttamente proporzionale alla lunghezza
d’onda, quindi una radiazione a più bassa energia può penetrare la pelle più in profondità rispetto ad una a più alta energia.
Pertanto, gli UVA possono penetrare l’epidermide in profondità, mentre gli UVB possono raggiungere solo gli strati dermici superficiali.
Anche le radiazioni delle lampade solari corrispondono ai raggi UVA (emettono dosi di UVA fino a 12 volte quelle del sole).
Poiché gli UVA, penetrano in profondità nella pelle, provocano invecchiamento cutaneo, rughe, macchie cutanee, mentre gli UVB (determinano la pigmentazione della pelle) che penetrano in superficie, sono responsabili di eritemi, ustioni e scottature.
Quindi è perentorio proteggersi sia dagli UVA che dagli UVB, per cui un buon filtro solare, secondo la normativa europea, deve fornire una protezione anti UVA pari ad un terzo di quella UVB. Se una crema ha un SPF uguale a 30, deve avere una protezione UVA pari a 10.
I raggi UVB, a lungo termine, sono responsabili di neoplasie cutanee, poiché interferiscono, direttamente, con la sintesi del DNA.
I raggi UVA, invece, riducono la produzione di collagene ed elastina, causando danni della pelle a lungo termine, come rughe, riduzione del tono, secchezza, inoltre, causano, indirettamente, danni al DNA, con la formazione di radicali liberi, contribuendo alla formazione di neoplasie cutanee, come il melanoma.
Per definizione, un prodotto solare è “un qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel,
spray) destinato ad essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o
principale di proteggerla dai raggi UV, assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione”.
Quali sono i filtri presenti nei prodotti solari e quali sono i migliori?
I filtri solari sono di due tipi (in base alla natura e meccanismo d’azione):
Filtri solari FISICI (o minerali, perché ricavati dalla frantumazione degli stessi
minerali): hanno proprietà schermanti, sono in grado di riflettere i raggi solari sia UVA che UVB, in modo tale che questi, non raggiungano la pelle, tra questi vi sono l’ossido di zinco e il biossido di titanio.
Filtri solari CHIMICI (o organici):
assorbono le radiazioni solari per poi rilasciarle sotto forma di calore o fluorescenza, con una reazione chimica sulla pelle, aumentando la sensazione di calore, dopo aver spalmato la crema solare; tra questi vi sono
l’Octinoxate, l’Octocrylene, presenti anche in formulazioni cosmetiche e il Tinosorb.
Una protezione solare con Filtri fisici, secondo alcuni dermatologi, è la migliore poiché:
ü Protegge sia dagli UVA che dagli UVB;
ü Sono più dermocompatibili e non interagiscono con la pelle, con minor rischio di intolleranze;
ü Sono maggiormente fotostabili (non si degradano) dei filtri chimici;
ü Hanno una texture gradevole;
ü Sono ecosostenibili, in quanto non causano effetti sulla flora e sulla fauna acquatica.
Secondo altri dermatologi, i prodotti migliori sul mercato sono quelli che combinano filtri fisici e chimici, in quanto questi ultimi, ad oggi, pare abbiano raggiunto buona tollerabilità.
Il prodotto solare va scelto in base al Fototipo (occhi, incarnato, capelli):
I Fototipi 1 e 2, ovvero chiari, rossi e biondi, devono usare una protezione alta (30-50) o molto alta ovvero 50+, mentre un Fototipo 3, capelli castani e carnagione olivastra può usare una protezione solare media (25-30), i Fototipi 4 e 5, capelli e occhi scuri con carnagione scura e molto scura possono usare una protezione bassa
(10-15).
Come leggere le etichette dei prodotti solari, per scegliere il prodotto adatto
alle proprie esigenze?
Leggendo l’etichetta di un prodotto solare si può andare a ricercare alcuni indicatori qui di seguito riportati, per cogliere l’efficacia e l’adattabilità alla nostra pelle.
SPF è una misura di quanto tempo una persona può stare al sole prima che i raggi UVB inizino a bruciare la pelle. Poiché i filtri solari, indipendentemente dall’ SPF, iniziano a perdere efficacia nel tempo, occorre riapplicarli ogni 2 ore e dopo aver fatto il bagno e aver sudato molto.
Ampio spettro: protezione efficace contro UVA e UVB.
Resistente all’acqua: il termine “resistente all’acqua” e “resistente al sudore” indicano se la protezione solare rimane efficace per 40 o 80 minuti quando si è in acqua o si suda. Poiché nessuna crema solare è completamente “impermeabile” o “resistente al sudore, non bisogna affidarsi a questa dicitura, poiché dopo mezz’ora anche queste creme hanno perso metà della loro protezione, quindi occorre riapplicarle.
Ingredienti attivi: quest’area dell’etichetta, spesso sul retro del flacone, elenca gli ingredienti principali (fisici e chimici) dei filtri solari che proteggono dai raggi UV.
Gli ingredienti chimici (benzofenone) assorbono i raggi UV, mentre quelli fisici (ossido di zinco e biossido di titanio) deviano i raggi UV, come uno scudo.
Molti filtri combinano ingredienti fisici e chimici, determinando un effetto sinergico che permette di raggiungere un livello molto elevato di SPF.
Il valore UVA-PF indica il grado di protezione verso gli UVA, i prodotti con questa caratteristica riportano in etichetta il simbolo UVA cerchia
PPD (Persistent Pigment Darkening)
Il PPD indica a quanti raggi UV si può essere esposti prima di sviluppare una pigmentazione permanente. Il valore PPD è correlato alla protezione UVA, perché le pigmentazioni permanenti sono dovute principalmente all’esposizione a questo tipo di raggi.
Un altro indicatore importante a cui fare riferimento per scegliere un prodotto sicuro ed efficace è il sigillo di raccomandazione della Skin Cancer Foundation.
Da ricordare che le creme solari non vanno mai usate dopo un anno dall’apertura, occorre inoltre, considerare anche la fotostabilità del prodotto, ovvero la capacità della crema di rimanere attiva sulla pelle anche sotto l’azione dei raggi solari. Alcuni filtri perdono la capacità protettiva di un terzo per fotoinstabilità, per questo è importante l’associazione di filtri solari UVA e UVB.
Per risolvere il problema della stabilità, è stato introdotto il quencer, ovvero un filtro che viene introdotto nella formulazione al fine di migliorare la stabilità e la resistenza della formula ottenuta.
Un altro fattore che determina l’efficacia di uno schermo solare è la stendibilità del prodotto e la sua distribuzione uniforme sulla pelle. È stato osservato sperimentalmente, che, a parità di sostanza attiva filtrante, più piccole sono le particelle disperse, più è alto il valore di SPF, per cui emulsioni più fini assorbono meglio.
Cosa vuol dire SPF 100?
Quando si legge sull’etichetta la dicitura SPF100, si è portati a pensare che la crema abbia uno schermo totale, in realtà, il regolamento Europeo vuole che il massimo SPF dichiarabile sia 50+, per cui non esiste un prodotto con schermo totale, poiché non è mai stato verificato da test clinici validati.
Come e quando applicare i filtri solari?
La crema solare deve essere spalmata almeno 20 minuti prima dell’esposizione al sole e l’applicazione va ripetuta ogni 2 ore, durante l’arco della giornata.
Sarebbe necessario proteggere tutta la superficie corporea con almeno 2 milligrammi di crema per centimetro quadrato di pelle, facendo i conti, per un adulto questa quantità di prodotto corrisponde circa a 30-40 grammi di crema, per cui una confezione da 400 ml basterà solo per 4 giorni.
Se si spalma una quantità inferiore, anche il fattore di protezione diminuisce, in particolare per ogni 0,5 mg per centimetro quadro di prodotto applicato in meno, la protezione solare si dimezza, ad esempio un SPF50 diventa una protezione SPF25.
Ecco alcune semplici regole da seguire per evitare danni alla pelle:
ü All’inizio è preferibile esporsi nelle prime ore della mattina o del tardo pomeriggio, quando i raggi UV sono filtrati meglio dall’atmosfera;
ü Stare all’ombra tra le ore 12 e le 16, quando i raggi ultravioletti sono più intensi;
ü Usare sempre prodotti solari, scegliendo il FPS in base al proprio fototipo;
ü In gravidanza, esporsi al sole non è controindicato, ma occorre prendere i dovuti accorgimenti soprattutto nel primo trimestre, che è il più delicato.
Durante la gravidanza, avvengono dei cambiamenti fisiologici come l’aumento della melanina, che rende la pelle ipersensibile al sole.
È necessario, quindi, usare una protezione molto alta 50+, proprio per evitare il "cloasma gravidico", un inestetismo dovuto all'aumento di melanina, che provoca macchie scure sulla pelle, soprattutto sul viso, difficili da trattare. Inoltre, è consigliabile usare un costume intero, oppure coprire la pancia con un pareo o un panno inumidito, alternando un po' di sole ad ore di ombra.
ü Proteggere sempre bambini e anziani con un fattore di protezione massimo;
ü Chi svolge attività fisica al sole, deve applicare i prodotti con una frequenza maggiore;
ü Considerare sempre l’area geografica in cui ci si espone, in quale periodo dell’anno e a quale altitudine, per cui l’azione del sole non è sempre uguale;
ü Evitare l’applicazione sulla pelle di prodotti fotosensibilizzanti come cosmetici o farmaci e non esporsi se si assumono medicinali che possono dare reazioni al sole (come, ad esempio, antinfiammatori o antibiotici).
Dottoressa Lucia Sileno farmacista
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