Il Sonno: indispensabile per la salute

Il Sonno: indispensabile per la salute

L’ 11 Marzo è stata celebrata la giornata mondiale del sonno, una giornata promossa nel mondo dalla World Sleep Society, e in Italia dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (IAMS). Questo evento è nato per sensibilizzare la comunità scientifica e la collettività sui disturbi del sonno e sul rischio che questi possano sviluppare certe patologie, come la demenza, il diabete di tipo 2 e la malattia renale cronica.

 

                  CHE COS’E’ IL SONNO?

   Il sonno è un processo fisiologico di stato di riposo in cui c’è una sospensione momentanea dello stato di veglia e di coscienza, durante il quale avviene una sensibile variazione dei parametri vitali (riduzione del metabolismo energetico, riduzione del tono muscolare, della frequenza del polso e del respiro, della pressione arteriosa e della temperatura corporea).

Il sonno è un bisogno indispensabileinfatti, serve sia da recupero che da ristoro per affrontare al meglio le attività della giornata.

Recenti studi hanno dimostrato che il cervello mette in atto, durante il sonno, un sistema di “pulizia, grazie ad un allargamento dello spazio tra i neuroni, che permette al liquido cerebrospinale di fluire in misura maggiore, smaltendo le sostanze di scarto, prodotte durante il giorno.

In particolare, lo studio correla il sonno con lo sviluppo della malattia di Alzheimer, infatti, in pazienti con disturbi del sonno si riscontra un aumento del deposito della proteina beta-amiloide, causa della malattia (cit. Acta Neuropathologica Communications, 11, article n. 16, 18-1-2023).

Il sonno   ha una durata di 7-9 ore e ha un’  alternanza ciclica di 2 fasi:  la fase NREM (nessun movimento rapido degli occhi), costituita da uno   stato di sonno leggero nei primi 2 stadi, fino ad arrivare a stadi di sonno piu’ profondi;

la fase REM (caratterizzata dal movimento rapido degli occhi), inizia dopo circa 90 minuti dall’inizio del sonno, durante questa fase c’è un’intensa attività cerebrale, si manifestano i sogni; contemporaneamente, si manifesta paralisi dei muscoli volontari, per questo spesso questa fase viene chiamata “sonno paradosso”.

  Studi risalenti alla metà degli anni ’50 evidenziano come la privazione della Fase REM, puo’ causare l’insorgenza di stati ansiosi, depressione, irritabilità, difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria. La deprivazione del sonno , protratto nel tempo, è legata anche a diverse patologie , quali ipertensione e altri disturbi cardiovascolari

       

                 MECCANISMI CHE REGOLANO IL SONNO

    Il sonno è regolato da 2 meccanismi:

·      Il ciclo circadianoinfluenzato dal ciclo luce-buio della giornata

·      L’omeostasi sonno-vegliaequilibrio di alternanza tra sonno e veglia, dipendente dalle ore di veglia 

o di riposo precedente.

Durante il sonno varie ghiandole endocrine secernono ormoni quali.

·    Melatonina: prodotta dalla ghiandola pineale, utile per la regolazione del ritmo sonno veglia e del sistema immunitario;

 

·    Ormone follicolo-stimolante(FSH) e luteinizzantefondamentali per la regolazione del sistema riproduttivo;

 

·    Ormone della crescitasecreto dall’ipofisi, importante per la crescita e la maturazione fisica.

             La Melatonina prodotta ha un picco nelle prime del sonno, la sua sintesi è stimolata dalla serotonina, durante il giorno e modula l’attività di alcuni gruppi di neuroni all’interno dell’ipotalamo, in particolare del nucleo soprachiasmatico.

 L’ipotalamo, infatti, controlla e gestisce il Sistema Nervoso Autonomo, che regola la motilità viscerale, il ciclo sonno-veglia, la temperatura corporea, l’appetito, il sistema endocrino e gli stati emotivi.

             Adesso è chiaro come l’espressione “morire di sonno” ha un significato non solo metaforico, ma carico dell’ importanza del sonno, come processo imprescindibile per la salute dell’uomo.

 

             DISTURBI DEL SONNO: CAUSE ED EFFETTI 

             

             Cosa succede se non si dorme o si dorme male?

             Si verifica l’insonnia, ovvero, la difficoltà o incapacità ad addormentarsi, nonostante si avverta il bisogno di dormire e la stanchezza. Nell’insonnia rientra anche   lo stato per cui il sonno   risulta insoddisfacente.

             Tipi di insonniasi differenziano in base al momento della notte in cui insorgono e  se si ha difficoltà a mantenere lo stato di sonno 

·     Insonnia inizialedifficoltà ad addormentarsi, possono passare anche molte ore prima di dormire;

·     Insonnia centrale: caratterizzata da piccoli risvegli (sonno frammentato) o sonno molto leggero nella 

parte centrale della notte. Si può presentare anche un risveglio completo nel cuore della notte ed 

addormentarsi al mattino;

·     Insonnia terminalerisveglio nelle prime ore del mattino, dopo 4-5 ore di sonno. Difficoltà a restare 

addormentati nella fase del sonno REM, spesso dovuta a stati di tensione. 

 

A seconda dell’arco di tempo che dura l’ insonnia , si puo’ classificare come Acuta Cronica:

acute possono essere insonnie dovute a situazioni occasionali contingenti specifiche come ad esempio

un colloquio di lavoro, un esame, un trasloco, cambiamento di fuso orario ( jat-lag), turni di lavoro notturno.

Quella cronica puo’ essere persistente o recidivante. 

                       L’Insonnia diventa grave quando è presente per almeno 3 notti a settimana e per almeno un mese.

                       CAUSE

                       L’insonnia puo’ essere legata ad una malattia organica, ad un disturbo psichiatrico o all’uso di farmaci o sostanze stimolanti (caffè, thè, cacao): Insonnia secondaria ;

                       Se l’insonnia non è correlata a malattie psichiche, ma a situazioni di stress si parla di Insonnia primaria.

                      A causare l’insonnia possono essere problematiche varie, come la sindrome delle “gambe senza riposo”, ovvero, intenso movimento delle gambe durante la notte. Inoltre, l’insonnia può essere provocata anche da malattie sistemiche come disturbi della tiroide (ipertiroidismo), malattie cardiovascolari (scompenso cardiaco), ipertensione arteriosa e malattie psichiche come la depressione e l’ansia, causando un circolo vizioso in cui le une alimentano l’altra e viceversa.  

                   L’insonnia colpisce il 30% della popolazione, in prevalenza i soggetti femminili, aumenta al 50% dopo i 50 anni.

                      

                       CONSEGUENZE

                      La mancanza di sonno puo’ portare conseguenze come:

·    Astenia, stanchezza rilevante;

·    Ansia e irritabilità;

·    Disturbi dell’umore;

·    Sonnolenza diurna;

·    Disturbi dell’attenzione, della memoria e della concentrazione, sul lavoro e alla guida

 

REGOLE UTILI E RIMEDI PER DORMIRE BENE

  Per indurre un sonno ristoratore e dormire bene si possono seguire semplici regole come:

·       Cercare di andare a letto in una camera silenziosa e lontana da fonti luminose come pc e cellulare;

·       Ridurre l’attività motoria nell’ora che precede il sonno;

·       Fare una cena leggera;

·       Seguire una routine, come bere una tisana o leggere un libro;

·       Evitare l’assunzione di alcol e caffeina la sera;

·       Eseguire tecniche di rilassamento per controllare la tensione muscolare e l’ansia.

              E’ importante sottolineare che il sonno perso non può essere recuperato dormendo di più il giorno dopo  per cui occorre rispettare, innanzitutto, ritmi sonno-vegli regolari, andando a letto e svegliandosi sempre alla stessa ora, in quanto, il sonno diurno ha caratteristiche diverse rispetto al sonno notturno.

            A proposito di sogno diurno, alcune ricerche stabiliscono che occasionali periodi di microsonno ( il cosiddetto pisolino)  possono servire come brevi periodi di recupero per la mente sovraccarica, in condizioni in cui non si può avere un riposo adeguato. Il microsonno può durare da qualche secondo a pochi minuti e si verifica durante periodi di estrema stanchezza  o di sonno riparatore insufficiente, durante questi brevi periodi, si verifica un cambiamento delle onde cerebrali simile a quello osservato durante il sonno notturno regolare.

         Se i disturbi del sonno non si risolvono seguendo regole ed accorgimenti di cui sopra e si prolungano nel tempo (oltre un mese), compromettendo la vita sociale e lavorativa, occorre rivolgersi al medico.

Uno dei rimedi che viene consigliato è la Melatonina, presente in vari integratori, associata anche a sostanze rilassanti e favorenti il sonno, come la Valeriana,la Melissa, il Biancospino, la Passiflora e il Mgnesio. In casi più gravi, in cui non si osserva una remissione, il medico può decidere di prescrivere dei farmaci

              Antidepressivi con azione sedativa (citalopram, paroxetina, mirtazapina), utili a dosaggi regolari;

              Farmaci come Benzodiazepine ipnotiche (diazepam, lorazepam, bromazepam), utili con dosaggio raddoppiato rispetto al dosaggio usato come ansiolitici

              Farmaci ipnoinducenti Non Benzodiazepine (zolpidem, zopiclone, eszopiclone), che danno minore dipendenza rispetto alle benzodiazepine. L’assunzione di tali farmaci dovrebbe durare non piu’ di 4 settimane, al fine di evitare effetti indesiderati come dipendenza (richiesta continua del farmaco per dormire) e tolleranza (riduzione progressiva dell’effetto farmacologico con bisogno di aumentare la dose). Degno di nota è uno degli ultimi farmaci approvato da EMA (Agenzia Medicinali Europea) nell’anno 2022, il daridorexant, farmaco della classe DORA (Dual Orexin Receptor Antagonists, Antagonisti del recettore duplice di Orexina). Daridorexant riduce l’attività del neuropeptide Orexina, che regola i cicli sonno-veglia, che sono alterati in chi soffre di insonnia. Questo farmaco agisce su un bersaglio diverso da quello delle benzodiazepine ( il recettore del GABAA), migliorando sia l’insonnia , sia eventi avversi come dipendenza, tolleranza e assuefazione, dimostrando una sicurezza farmacologica migliore. In associazione agli integratori e/o ai farmaci, il medico  specialista può decidere di consigliare un percorso efficace a lungo termine come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC).

              Questo tipo di terapia combina interventi comportamentali (sviluppo di nuovi modi di reagire) e cognitivi (integrare pensieri funzionali al benessere psicofisico). Dopo le prime sedute di questa terapia, si inizia a scalare il dosaggio dei farmaci sopra menzionati, per poi sospenderli del tutto. Questa terapia mira al raggiungimento della consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie azioni, integrando nuove abitudini emotive e reattive, a fronte di situazioni di stress.

dottoressa Lucia Sileno

farmacista

 

 

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